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Piazza Cavour

Nel tratto del corso cittadino che collega il monumentale Arco d’Augusto con il Ponte di Tiberio, si apre l’elegante Piazza Cavour. In essa si innalzano Palazzo dell’Arengo, con l’omonima Torre, e Palazzo del Podestà. Da secoli deputati ad ospitare gli organi di amministrazione del pubblico potere, oggi appaiono nella loro mole solenne, dalla foggia medievale.

Palazzo dell’Arengo reca con sé tracce del suo passato: lapidi ed iscrizioni ubicate al di sotto dei suoi portici rammentano l’esatta committenza e data di costruzione, il 1204, durante il governo dell’allora podestà Madio de’ Carbonesi di Bologna. Due ampie scale esterne conducono al piano rialzato, interno, in cui si apre il vasto Salone dell’Arengo, dalle proporzioni armoniche: qui nel XIII secolo era solito riunirsi il Consiglio generale della città. Nel passaggio alla modernità, ossia tra tardo 1600 e 1700, tale spazio muterà la sua funzione originaria, divenendo sede del teatro cittadino, almeno sino al 1857, anno in cui verrà inaugurato il più grande Teatro Vittorio Emanuele II (oggi ribattezzato Amintore Galli).

Palazzo del Podestà si erge sul lato sinistro di Palazzo dell’Arengo. Fu costruito nella prima metà del Trecento: esternamente presenta tre grandiosi archi gotici ed un grande arco centrale dal quale, un tempo, penzolava la corda per i malfattori. Notevolmente restaurato nel primo dopoguerra, oggi la costruzione appare secondo una nuova veste, molto sobria e ben più moderna. Gli spazi interni accolgono il Museo d’arte contemporanea PART.

A qualche passo da Palazzo del Podestà, scorgiamo l’ingresso alla vecchia Pescheria, eretta nel 1747 su disegno dell’architetto e pittore riminese Giovan Francesco Buonamici; a seguire la fontana detta “della pigna”, realizzata nel 1543 da Giovanni da Carrara, dotata di un ampio bacino con scompartimenti framezzati da eleganti colonnine, ed una parte superiore, caratterizzata da un elegante fregio raffigurante armi, scudi, trofei ed altri emblemi guerreschi, probabilmente derivante da un ben più antico tempio consacrato al Dio Marte, nell’attuale Piazza Tre Martiri. Un’iscrizione nella sponda del bacino ricorda l’entusiasmo che Leonardo da Vinci provò nell’ascoltare la caduta dell’acqua dalle quindici cannelle.

Il percorso conduce poi alla centrale Statua di Paolo V: eretta dal Comune di Rimini come atto di riconoscenza verso Paolo V (Camillo Borghese), fu disegnata e progettata da Nicola Cordier, scultore lorenese detto il Franciosino, e realizzata nel 1613 da Sebastiano Sebastiani, scultore- fonditore recanatese, che ne curò la fusione. Nel 1797 venne dedicata a San Gaudenzio, patrono di Rimini: per evitarne l’abbattimento, da parte dell’esercito francese disceso in Italia, gli fu tolta la tiara papale sostituendola con la mitria vescovile come copricapo, nella mano sinistra gli fu posto il bastone pastorale mentre la mano destra si atteggia per la benedizione. Nel 1936 l’opera venne riportata allo stato originale rimodellando e rifondendo il copricapo e la mano destra.